Ah, Prince of Persia di Jordan Mechner.
Un gioco nato su Apple II (un ormai preistorico computer degli anni '80) e convertito praticamente per ogni sistema presente fra il 1989 e il 1996. E se fu portato così tante volte, e per un lasso di tempo così lungo, un motivo ci sarà.
E’ che Jordan Mechner è un dritto. E’ anche autore di The Last Express, un concentrato di puro genio giocoso e artistico dalla sfortunata vicenda commerciale. Jordan Mechner in Prince of Persia ha offerto divertimento ludico in sovrabbondanza con quattro tasti direzionali, un tasto d’azione e centinaia i frame d’animazione per tutte le mosse del nostro principe. E questa, signori, è vera classe.
Prima che la sua creatura gli fosse portata via da Ubisoft per sfornare due seguiti abbastanza mediocri, Jordan fece in tempo a dirigere Sands of Time, un gioco che è riuscito nella difficile impresa di portare quelle rarefatte atmosfere d’oriente fiabesco in un mondo tridimensionale fatto di poligoni e texture.
Gameloft (compagnia francese con un florido passato di porting su telefoni cellulari e console portatili) porta rispetto verso un tale monumento al gameplay con una riproposizione pedissequa del level-design, qui supportato da una grafica di alto livello che riprende l’iconografia di Sands of Time. La visuale non si schioda da quel lato, e noi benediciamo questo immobilismo registico, memori dei tempi in cui la telecamera non era onnipresente difetto della stragrande maggioranza dei platform.
E’ rimasta immutata la difficoltà implacabile di certi livelli, anche se è fortunatamente presente una moderna struttura logistica, con selezione dei livellli già visitati per poter abbassare i tempi ottenuti (eh sì, bisogna sempre completare il gioco in meno di sessanta minuti) e addirittura una modalità Survival, in cui si richiede di finire il gioco con una sola vita: impresa improba, ma che, a giudicare dalla classifiche sul Live, qualcuno è riuscito ad ottenere (applauso)....
(continua prossimamente su Retrogamer.it...)
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