lunedì 8 novembre 2010

If all stories were written like science fiction stories


Scritto da Mark Rosenfelder, traduzione in italiano di Gabriele Riva.

Roger ed Ann dovevano incontrare Sergey a San Francisco.

“Dovremmo prendere un aereo, un treno, o una nave a vapore?” chiese Ann.

“I treni sono troppo lenti, e la circumnavigazione del Sud America via nave richiederebbe mesi,” replicò Roger. “Prenderemo l'aereo.”

Sì collegò al network centrale usando il proprio computer, e attese che la rete autenticasse il suo profilo. Battendo pochi tasti entrò nel sistema di biglietteria elettronico, e inserì i codici del punto di partenza e d'arrivo del proprio viaggio. In un momento il computer mostrò sul display i possibili voli, e Roger scelse quello che partiva prima. Il denaro veniva automaticamente dedotto dalla sua carta di credito per pagare la transazione.

Ann si era cambiata nei propri abiti da viaggio, che consistevano in una leggera maglietta materiale artificiale derivato dal policarbonato, che metteva in risalto le sue forme, senza modifiche genetiche, e un paio di pantaloni blu fatti di tessuto. I suoi attraenti capelli marroni erano scoperti.

All'aeroporto Roger presentò la sua tessera identificativa a una rappresentante della compagnia aerea, che utilizzava il proprio sistema computerizzato per confermare la sua identità e ottenere il suo itinerario. Digtò un codice numerico, e gli diede due "pass" che gli permetteva l'accesso ala zona d'imbarco. Dododiché furono sottoposti ad un controllo di sicurezza, che era obbligatorio per ogni volo. Consegnarono il bagaglio ad un altro rapresentante; sarebbe stato trasportato in una diversa zona depressurizzata del velivolo.

“Pensi che voleremo su un aeroplano ad elica? O su un jet a reazione?” domandò Ann.

“Sono sicuro che sarà un jet,” disse Roger. “Gli aerei ad elica sono completamente superati, dopo tutto. Dall'altra parte, gli aerei a razzo sono ancora in fase sperimentale. Si dice che quando diverranno operativi, viaggi come questo richiederanno un'ora al massimo. Questo qui, invece impiega quattro ore".

Dopo una breve attesa, furono introdotti nel jet insieme agli altri passeggeri. L'aereo era un enorme cilindro metallico lungo almeno cento metri, con due eleganti e sottili ali su cui erano montati quattro motori a rezione ognuna. Lanciarono un'occhiata alla cabina, e video i due piloti che consultavano l'enorme consolle di comando con cui controllavano l'aereo. Roger era lieto di non dover manovrare l'aereo lui stesso; era un mestiereestremamente difficile, che richiedeva diversi anni di addestramento.

La sorprendentemente larga zona equipaggio era dotata di comode poltrone, e finestre che davano sul paesaggio mentre volavano a 11km d'altezza e a 800km/h. C'erano degli ugelli per l'aria pressurizzata, che tenevano l'atmosfera della cabina calda e vivibile, nonostante il gelo della stratosfera circostante.

“Sono un po' nervosa,” disse Ann, prima che l'areoplano decollasse.

“Non c'è nulla di cui preoccuparsi,” la rassicurò. “Questi sono voli di routine. Qui sei più sicura che nei nostri veicoli da trasporto terrestre!”

A dispetto delle sue parole, Roger aveva in vaerità un po' di nervosismo durante il decollo, sentendo la terra distaccarsi da loro. Insieme ad altri passeggeri, osservò a lungo fuori dai finestrini. Poteva distinguere, anche se con difficoltà, case e fattorie muoversi sotto di loro.

“Ci sono più persone dirette a San Francisco di quanto mi sarei aspettato,” sottolineò.

“Alcune di loro probabilmente sono dirette altrove,” rispose Ann. “Come sai, è costoso provvedere collegamenti aerei tra tutte le possibili destinazioni. Impieghiamo un sistema di scali, e le persone delle città più piccoli si dirigono prima allo scalo centrale, e successivamente alla loro destinazione finale. Fortunatamente, hai trovato per noi un volo che ci porta direttamente a San Francisco senza scali.”

Quando giunsero all'areoporto di San Francisco, agenti della compagnia aerea li aiutarono a prendere i propri bagagli, controllando le targhette numeriche per evitare scambi di persona.

“Non riesco a credere che siamo in un'altra città,” disse Ann. “Appena quattro ore fa eravamo a Chicago.”

“Non ci siamo ancora!” la corresse Roger. “Siamo nell'areoporto, che è distante dalla città vera e propria, dato che richiede un grande quantitativo di spazio per le manovre aeree, e a causa degli occasionali incidenti. Da qui prenderemo un veicolo più piccolo per arrivare alla città.”

Scelsero uno dei veicoli di trasporto terrestre alimentato dalla combustione di idrocarburi dalla coda in attesa di fronte all'uscita dell'areoporto. La tariffa era abbastanza piccola da non richiedere il pagamento elettronico, ma solo il piccolo denaro portatile sotto forma di carta e monete. Il conducente guidò la macchina fino alla città; sebbene viaggiassero solo a 100km/h, sembrava di andare molto più veloce stavolta, a causa della breve distanza dalla superficie di cemento della strada. Roger guardò Ann, temendo che la velocità potesse spaventarla; ma sembrava che le piacesse il viaggio. Una ragazza coraggiosa, e intelligente nondimeno!

Alla fine il conducente fermò il veicolo, e furono a destinazione. Porte ad apertura automatica li accolsero nel palazzo di Sergey. L'intero viaggio aveva richiesto solo sette ore.