venerdì 18 gennaio 2008

Angelica Figura Nuovamente


Angelica figura nuovamente
di ciel venuta a spander tua salute,
tutta la sua vertute
ha in te locata l'alto dio d'Amore.

D'entr' al tuo cor si mosse un spiritello,
escì per li occhi e vennem' a ferire,
quando guardai lo tuo viso amoroso;
e fe' il camin pe' miei si fero e snello,
che 'l core e l'alma fece via fuggire,
dormendo l'uno e l'altro, pauroso;
e quando 'l sentir giunger sì argoglioso,
e la presta percossa così forte,
temetter che la morte
in quel punt'overasse 'l su' valore.

Poi, quando l'alma fu rinvigorita,
chiamava il cor gridando: "Or se' tu morto,
ch'io non ti sento nel tu' loco stare?"
Rispose il cor, ch'avea poco di vita
(sol peregrino e senz'alcun conforto,
quasi tremando non potea parlare),
e disse: "Oi alma aiutami a levare
e rimenare al casser de la mente!"
E così insiememente
n'andaro al loco ond'e' fu pinto fòre.

[..]

Lapo Gianni scrisse questa canzone circa settecentovent'anni fa. Quindi circa ventinove generazioni di persone hanno letto questi versi.
E dopo così tanto tempo, ancor nessuno ha scritto una migliore anatomia dell'innamoramento.

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