Non temiate, messer Astolfo, della
mietitrice d’uomini, trista morte,
ché si dice di voi nella gran corte,
che saliste fin l’Argentea Stella.
Contan come sfidaste buffa sorte
centomil versi d’amabil favella,
come tornavate sempre in sella,
pur non essendo mai di braccio forte.
Forza vostra non fu assai palese:
d’incanti armato vittoria sognaste
indi più d’Orlando foste cortese.
Il vanto per vostro vezzo voleste,
e per ciò quante botte avete prese.
Ma voi, anima invitta, pronto a alzar l’aste.
[2004 ca]
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